200 gr di petali di rosa rugosa o muscosa o damascena
il succo di 1 limone
1 chilo di zucchero
Lavare i petali, metterli in una ciotola con lo zucchero e il limone e impastare per bene con le mani in modo di far appassire completamente i petali. mettere un foglio di carta forno direttamente a contatto col composto , poi coprire con della pellicola trasparente e lasciar a macerare per 2 giorni in frigorifero. Durante questo tempo conviene dare una bella "impastata un paio di volte, poi aggiungere l'acqua versare in un una bassine e portare a cottura, facendo attenzione a non cuocere troppo per evitare la caramellizzazione dello zucchero.Versare in barattoli sterilizzati ancora bollente , tappare e capovolgere il barattolo.
Posso capire il tuo entusiasmo...ma a me le rose piacciono in giardino o nel vaso di fiori... questione di gusti, ma credo anche di abitudini ereditate. Certo che il colore di quella confettura è stupendo!
RispondiEliminaOgnuno ama cio' che vuole Ruli, io sulle mie pagine parlo per me e di cio' che amo io, onestamente di quello che amano gli altri mi interesso poco. Non capisco di che entusiasmo tu stia parlando, per me questa confettura é una cosa comune, che faccio ogni anno.
RispondiEliminasplendida questa confettura, ad averne di rose adatte per prepararla...con questa confettura il profumo e il colore rimangono intrappolati per mesi, invece di perdersi ne "l'espace du matin" ;)
RispondiEliminaBellissima la tua confettura Paola. La confettura di rose non è nulla di nuovo o semplicemente "cosa alla moda"e di conseguenza neanche da considerare.... Pensa che a anticamente a Genova si chiamava "zucchero rosato" ed ancora prima "miele rosato" perché lo zucchero era ingrediente sconosciuto. Fu conosciuto solo dopo le crociate quando gli uomini e le merci cominciarono a transitare nel bacino del Mediterraneo ed il porto di Genova divenne sede importante di scambi con l'Oriente. Al di la dei gusti personali, che possa essere gradito o meno l'aroma di rosa, la confettura qui a Genova è prodotto storico, come pure lo sciroppo, come testimoniato non a caso dall'attribuzione, qualche anno fa, di Presidio slow food della Liguria. Mi fa piacere Paola la tua attenzione alle tradizioni ma anche alle nuove sperimentazioni in cucina, sempre e per tutto quello che ti ispira; è sintomo di grande curiosità e apertura mentale. È molto bello non avere pregiudizi.
RispondiEliminaGrazie Ilaria, sono sicura che sul tuo libro sulle rose trovero' moltissimi altre informazioni su questo fiore,e certamente tante golose ricette per poter sfruttare a pieno questi petali.Io sono sempre pronta a sperimentare cose nuove, soprattutto quando queste sono ben presentate ;)
RispondiEliminaComplimenti
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